16.14 - Una diagnosi

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    We give children stickers and lollipops after they visit the doctor. We congratulate them for putting on a brave face. Needles in their arm, strangers inspecting their body for signs of illness. "Here's some candy, kid. Try to smile." We do it to adults, too. It's considered impolite to discuss your cancer diagnosis at a dinner party. You're supposed to smile, make small talk, suck on the invisible lollipop. Because for some reason, someone decided a long time ago that naming pain is impolite that hiding it and hiding from it makes more sense. It doesn't. It's a lie, a lie that both comforts and destroys us.

    A survey showed the typical adult says "I'm fine" 14 times a week but less than 1 in 5 of them means it. Our default is to put on a brave face. But sometimes it's braver to admit something's wrong. Because pretending everything's fine eventually catches up to you. And when it does you better hope you can repair the damage that's already done.




    Regaliamo ai bambini sticker e leccalecca quando vanno dal medico. Ci congratuliamo con loro per aver dimostrato coraggio. Aghi nel braccio, estranei che gli esaminano il corpo in cerca di segni di malattia. "Ecco una caramella, piccolo, fai un bel sorriso". Lo facciamo anche con gli adulti. E' maleducazione discutere ad una cena del cancro che ti hanno diagnosticato. Dovresti sorridere, parlare del più e del meno, succhiare il leccalecca invisibile. Perchè per qualche ragione qualcuno ha deciso tanto tempo fa che parlare di dolore è maleducazione, che nasconderlo e nascondersi da esso è più sensato. Non è così. E' una bugia, una bugia che ci conforta e ci distrugge.

    Uno studio ha evidenziato che un adulto medio dice "sto bene" quattordici volte a settimana, ma meno di uno su cinque lo pensa davvero. Di default ostentiamo coraggio. Ma a volte è più coraggioso ammettere che qualcosa non va. Perchè se fingi che va sempre tutto bene prima o poi dovrai farci i conti. E quando succede spera solo di poter riparare ai danni fatti.


    Edited by McMarty - 28/3/2020, 17:27
     
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    Regaliamo ai bambini sticker e leccalecca quando vanno dal medico. Ci congratuliamo con loro per aver dimostrato coraggio. Aghi nel braccio, estranei che gli esaminano il corpo in cerca di segni di malattia. "Ecco una caramella, piccolo, fai un bel sorriso". Lo facciamo anche con gli adulti. E' maleducazione discutere ad una cena del cancro che ti hanno diagnosticato. Dovresti sorridere, parlare del più e del meno, succhiare il leccalecca invisibile. Perchè per qualche ragione qualcuno ha deciso tanto tempo fa che parlare di dolore è maleducazione, che nasconderlo e nascondersi da esso è più sensato. Non è così. E' una bugia, una bugia che ci conforta e ci distrugge.

    Uno studio ha evidenziato che un adulto medio dice "sto bene" quattordici volte a settimana, ma meno di uno su cinque lo pensa davvero. Di default ostentiamo coraggio. Ma a volte è più coraggioso ammettere che qualcosa non va. Perchè se fingi che va sempre tutto bene prima o poi dovrai farci i conti. E quando succede spera solo di poter riparare ai danni fatti.
     
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1 replies since 24/2/2020, 20:23   58 views
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