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"Battle." "Fight." "Win." "Lose." These are the words we use when someone is diagnosed with an illness or a disease. We use militarized language that implies it's a fair fight. But when it comes to life and death, what does winning really look like? Is a person a loser for dying when the outcome isn't really in their control?
When it comes to medicine, who's to say what is winning or losing? There's just as much value in trying again as there is in letting go, letting go of suffering, regret, pain, fear. Instead of saying someone we love is battling, beating, fighting, winning, or losing, why don't we just tell the truth. We get sick. We take our medicine. some of us live, some die.
Combattere. Lottare. Vincere. Perdere. Sono le parole che usiamo quando diagnostichiamo a qualcuno una malattia. Usiamo il linguaggio militare che indica una lotta equa. Ma quando si tratta di vita o di morte, che aspetto ha davvero la vittoria? Una persona che muore è un perdente se il risultato è fuori dal suo controllo?
Quando si parla di medicina chi può dire cosa sia vincere o perdere? Riprovarci ha esattamente lo stesso valore del lasciare andare, lasciar andare sofferenza, rimorso, dolore, paura. Invece di dire che qualcuno che amiamo combatte, attacca, lotta, vince o perde, perchè non diciamo solo la verità? Ci ammaliamo, prendiamo i nostri farmaci. Alcuni di noi vivono, altri muoiono.
Edited by McMarty - 12/3/2019, 20:51
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